Come si suol dire, il vaso è la cornice del Bonsai. In poche parole il rapporto fra la pianta e il vaso è fondamentale: nessuno dei due deve predominare sull’altro, ma deve esserci un senso di armonia complessivo che è il vero obiettivo che vogliamo raggiungere.
In Giapponese la parola bonsai significa “albero coltivato in vaso con arte”.
Dunque il vaso diventa parte integrante e spesso essenziale per la comunicazione delle emozioni/sensazioni della nostra composizione percepite dall’osservatore.
Nell’interpretazione giapponese, il vaso è come una mano vuota nell’atto di raccogliere l’acqua, la metafora della mano vuota corrisponde esattamente al vaso.
Adesso non mi dilungo sulle regole tra pianta e vaso, ma voglio indicarvi i tipi e il nome dei piedini e dei bordi, di cui raramente si parla.
Cominciamo con i piedini nella terminologia bonsaistica giapponese:
 |
KUMO-ASHI: piedini a nuvola |
 |
DAN-ASHI: piedini a gradino |
 |
KIRI-ASHI: piedini dritti |
 |
NEKO- ASHI: piedini a zampa di gatto
|
 |
SAKO-KIRI: senza piedini |
HENKEI-ASHI: con forme diverse
I bordi del vaso nella terminologia bonsaistica giapponese:
 |
SOTO-EN: vaso con bordo verso l’esterno |
 |
UCHI-EN: vaso con bordo rivolto verso l’interno |
 |
TAMA-BUCHI: vaso con bordo arrotondato |
 |
KITTATE: vaso senza bordo |