martedì 12 marzo 2019

24 febbraio 2019, 4° Edizione Bonsai Shohin Festival Crespi - di Daniele -


“Lo sai che da Crespi c’è una gara di bonsai ?” mi chiede mia moglie una sera di metà gennaio……..
“Certo, vuoi che io non sappia certe cose ?…..ma guarda che non è una gara ma è la mostra di bonsai shohin” rispondo io con fare saccente.
“Forse è meglio che leggi bene la locandina, fanno la gara Mystery Boxai” ribadisce lei guardandomi con compatimento.
Nasce in questo modo l’idea di partecipare al primo concorso per club organizzato da Crespi: sulla scorta del più famoso Masterchef ai club concorrenti verrà consegnata una scatola sigillata e con quello che troveranno all’interno dovranno impegnarsi nella lavorazione di un bonsai.
Chiamo Giancarlo al telefono “Ci proviamo ?”
“Perché no ?” risponde lui........e parte l’email di richiesta di iscrizione !!!
E così ci ritroviamo domenica 24 febbraio nella sede di Crespi Bonsai a Parabiago, una sorta di giardino dell’Eden per ogni bonsaista, con i nostri attrezzi e con la solita voglia di metterci in gioco e divertirci; ci fanno accomodare, insieme ad altri sette club partecipanti alla manifestazione, nell’aula magna dove normalmente si tengono le lezioni dell’Università del Bonsai.
Nell’aula, oltre al tavolo centrale, sono stati allestiti tavoli laterali aggiuntivi per permettere le lavorazioni, ma notiamo subito che lo spazio a disposizione per ogni club è davvero poco; si farà senz’altro fatica a trovare il posto per gli attrezzi…….inoltre lavorare davanti ad una folta platea che ti guarda può far tremare i polsi a qualcuno.
Non da ultimo, prima dell’inizio della gara, scopriamo che la realizzazione di un bonsai non sarà l’unica attività richiesta: dovrà essere fatto un disegno che rappresenti l’idea finale della pianta, andrà discusso il lavoro con i due giudici giapponesi, Hiroki Miura e Shitamukai Kiyokuni che sono tra i maggiori esponenti dell’arte bonsai ed in particolare di piante shohin, sia prima sia durante sia alla fine della lavorazione. La pianta lavorata dovrà essere rinvasata e presentata come in una sorta di tokonoma insieme a tutti gli elementi necessari (tavolino, tempai, ecc)………e tutto questo dovrà avvenire tra le 9,30 e le 16,30 !!!
Non è più tempo di ripensamenti, ormai siamo in ballo e dobbiamo continuare: sorteggiamo la scatola, la apriamo......e troviamo una delle peggiori piante tra quelle messe a disposizione.
Abbiamo tra le mani un ginepro che ha il tronco dritto come un fuso per i primi 10 cm, un ramo basso con poca vegetazione e una curva secca a destra nella parte alta con tutta la vegetazione concentrata in quel punto. Il ginepro come essenza è una delle preferite tra i bonsaisti poiché sopporta qualsiasi lavorazione e qualsiasi clima…...però pensare di lavorare la pianta che ci è capitata nel poco tempo messo a disposizione in un contest come questo ed arrivare ad un buon risultato è pura utopia.
Ci guardiamo intorno, ad altri club è andata decisamente meglio: chi ha trovato un pino, chi ha trovato un tasso, comunque tutte piante che una volta tolto il superfluo con un poco di filatura permettono di arrivare ad una definizione soddisfacente di un futuro bonsai.
Dopo un primo momento di scoramento, iniziamo a guardare la pianta da tutte le angolazioni possibili per cercare un’idea che possa essere realizzata in breve tempo. Alla fine, di comune accordo, decidiamo di mantenere l’unico ramo basso e la maggior parte della vegetazione alta, applicare il filo dove necessario per arrivare ad avere il massimo del risultato con il minimo sforzo.
La mattinata scorre veloce tra le dichiarazioni che dobbiamo rilasciare ai maestri giapponesi (voce narrante Giancarlo), il filo da mettere e le impostazioni della ramificazione così che ci ritroviamo senza quasi accorgercene all’ora di pranzo.
Dopo la pausa pranzo trascorsa in ottima compagnia riprendiamo il lavoro, visto che c’è ancora molto da fare.

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