Girando per il mercato specifico per bonsai, tra i vari stand, improvvisamente vidi un melograno. A provocare il colpo di fulmine era stato il tronco: nella mia testa apparve già finito, cioè come doveva trasformarsi a lavoro fatto. Senza pensarci troppo lo comprai.
Voglio illustrarvi la lavorazione per trasformare questo melograno in un austero bonsai: sicuramente il cammino per trasformarlo sarà lungo e con vari livelli di difficoltà.
Nonostante avessi già in mente chiaramente il disegno finale della pianta, frenando la voglia di iniziare immediatamente la lavorazione, ho studiato e valutato altre soluzioni.
Dopo un periodo di riflessione e di osservazione della pianta da più angolazioni e inclinazioni, in fine ha prevalso l’idea iniziale da cui ero stato folgorato: per prima cosa ho travasato il melograno in un vaso da coltura, col suo panetto di terra e senza intervenire in alcun modo sulle radici, visto che il periodo non era dei più adatti, ma ancorandolo con accuratezza al vaso con del filo di rame per renderlo il più possibile stabile in previsione della lavorazione da farsi sul tronco, quindi l'ho collocato all’ombra lasciandolo riposare per 15 giorni.
Segnato il fronte della pianta e individuate lungo il tronco le vene vive e morte, ho eliminato i rami ritenuti superflui, ottenendo così un primo abbozzo della pianta rispetto al disegno finale.

Ad ottobre rifinirò la legna secca, a febbraio marzo farò una prima impostazione della pianta tramite potatura, a giugno imposterò i rami col filo, ritenendo questo il periodo migliore per avvolgere i rami riducendo sensibilmente il pericolo di rottura degli stessi.
Questa è solo la prima parte del lungo cammino che mi aspetta per arrivare al risultato finale.
SECONDA PARTE DELLA LAVORAZIONE