Dopo aver preso un buon caffè, al lavoro! Abbiamo guardato le mie piante e io gli ho spiegato le varie lavorazioni che ho fatto su di esse.
Daniele, dopo aver ascoltato ed esaminato attentamente i miei bonsai, ha condiviso il lavoro da me fatto e su alcune essenze mi ha dato la sua interpretazione, che, come ormai ultimamente accade sempre più spesso, coincide con la mia (credo di dover cominciare a preoccuparmi!).
Abbiamo quindi cominciato i preparativi per il rinvaso.
Ultimata la preparazione, abbiamo iniziato il rinvaso dell’acero Burgeriano.
Primo problema: appena tolta la pianta dal vaso di coltura, ci si è presentato un panetto compatto
Con pazienza abbiamo cominciato il duro lavoro per districare le radici, ed ecco apparire il secondo problema: sul fondo c’erano radici grosse circa un paio di centimetri, che non ci permettevano di metterlo nel vaso scelto.
Abbiamo continuato con attenzione il districamento delle radici e siamo arrivati ad un risultato che non era come quando le lavi, ma molto vicino.
Dopo un’attenta osservazione, visto che dalle predette radici legnose ne partivano altre lunghe, ma senza capillari, abbiamo deciso di tagliarle e ridurle. Così facendo siamo riusciti a fatica ad utilizzare il vaso scelto, riservandoci di eliminarle al prossimo rinvaso.
Abbiamo finito il lavoro, stanchi ma soddisfatti del buon risultato ottenuto e contenti per aver trascorso una bella mattinata.
Un grazie ancora al mio amico Spilungone (Daniele).
