Nel mese di febbraio 2017, girovagando in un serra specializzata per bonsai, fui attirato da un ginepro chinensis per il suo stato di trascuratezza e di abbandono, sebbene la pianta avesse avuto una prima semi lavorazione d’impostazione.
Il vederla ridotta in quelle condizioni mi spezzò il cuore e per questo motivo la comprai.
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Dopo eliminazione dei rami superflui (1° impostazione palchi) |
Arrivato a casa osservai con più attenzione la pianta. Si presentava con il panetto e il tronco zuppi d’acqua, anzi fradici; inoltre le punte delle scaglie erano tutte marroni e il colore della vegetazione molto spento. Era ridotto così male che mi pentii dell’acquisto fatto d’impulso.
Valutata la situazione, decisi di mettere la pianta in serra fredda. Dopo un paio di settimane senza innaffiarlo e senza nebulizzarlo, notai un piccolo miglioramento nella chioma e questo mi convinse che la ragione delle punte marroni delle scaglie era da attribuire alla reazione tipica del ginepro esposto alle temperature rigide.
Visto il miglioramento, cominciai a far pulizia del tronco togliendo la corteccia vecchia e i rami secchi/marci. Cominciai a scoprire il più possibile il nebari per rendermi chiaramente conto della base della pianta.
Finita la pulizia, la pianta si mostrava più chiaramente e cominciai ad osservarla, quindi decisi di cambiare il fronte preimpostato per esaltare il bel movimento del tronco.
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Impostazione finale e pulizia tronco con creazione jin e shari |
Trascorso ormai un mese dall’acquisto, il ginepro si presentava con le scaglie carnose e di un bel colore, quindi mi convinsi e cominciai a impostare i vari palchi.
Il lavoro non è finito ma il risultato finale è molto promettente: visto lo stato di salute in cui si trova adesso la pianta, sto valutando di fare un rinvaso dolce per rendermi conto dello stato delle radici, più precisamente se c’è stato o è ancora in corso del marciume radicale.