Questo bonsai di ginepro chinensis varietà Itoigawa è stato oggetto di una mia bella lavorazione.
La pianta a partire dal piede è alta circa 12 cm ed ha avuto origine da una margotta fatta nel 1980 da una pianta originaria del Giappone.
A marzo 2018 ho tolto il ginepro dal suo vaso di cultura, dove era stata posizionato dopo il taglio dalla pianta madre, e messo in vaso bonsai rotondo, volutamente leggermente più grande del dovuto.
Dopo aver ben pulito il tronco dalla corteccia, volendo creare uno shari, ho iniziato a tagliare un ramo che non mi serviva per il disegno finale.
Sebbene sul tronco le vene non fossero ancora gonfie e ben delineate, con molta attenzione ho seguito a ritroso l’ipotetico percorso dei vasi linfatici, partendo dal ramo tagliato fino al nebari, ho segnato con un pennarello il tronco nel punto dove avrei dovuto incidere, quindi con una sgorbia ho asportato la corteccia per creare lo shari. In un prossimo futuro provvederò ad allargarlo.
Fare bonsai non significa sempre fare pieghe esagerate o riempire di filo tutti i rami: in questo bonsai ho rifinito con meno filo possibile, in modo che la chioma risulti, a mio avviso, più morbida e più naturale.
Logicamente una lavorazione di questo tipo può essere applicata solo se esiste già una struttura parzialmente definita.
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