Il liquido jin viene utilizzato dai bonsaisti per sbiancare e proteggere il legno secco, per riuscire a creare i danni provocati dagli elementi naturali come il vento, la pioggia, per ottenere l’aspetto di una pianta cresciuta in condizioni critiche.
Tutto questo per coinvolgere l'osservatore e per creargli delle emozioni.
Le piante che più si prestano a questa tecnica sono quelle che già in natura mostrano queste caratteristiche, come pini, tassi, larici, ginepro, olivo ecc.: in poche parole essenze dal legno duro, resistente, che vivono spesso in luoghi dove subiscono gli elementi della natura.
La prima difficoltà, volendo creare la legna secca, è avere ben chiaro il risultato finale che si vuole ottenere: deve risultare naturale e nello stesso tempo le vene vive della pianta devono risaltare come in natura.
I jin del tronco e quello apicale dovranno essere irregolari e proporzionati alle dimensioni del bonsai, mentre lo shari non dovrà mai essere troppo profondo, ma ben definito.
Se andiamo a lavorare del legno ancora giovane, consiglio di procedere solo con pinze e sgorbie, mentre solo quando il legno sarà asciutto si potranno usare spazzole ed attrezzi elettrici.
Alla fine andremo ad applicare con un pennello il liquido jin per sbiancare e proteggere il legno.
Alcuni maestri e bonsaisti per ottenere un maggiore effetto aggiungono al liquido jin un pizzico di vernice bianca oppure poche gocce di china nera.
Attenzione
Il liquido jin non è altro che polisolfuro di calcio, quindi attrezziamoci con occhiali, mascherina, guanti e posizioniamoci in ambienti ben areati.
La pianta nelle sue parti vive e il terreno andranno protetti con stracci o teli di plastica.